Parecchi anni fa la mia ragazza era una buddista che seguiva la scuola di Nichiren, se così posso chiamarla. E’ di certo stata una delle persone più spiritualmente libere, mentalmente aperte, e artisticamente vive, e con un autentico fervore disposte alla ricerca, che io abbia mai conosciuto (e le persone aperte alla ricerca sono quelle che ho frequentato di più, per affinità, con questo senza voler significare altro, come che io sia per questo migliore, ma solo che non era certo l’unica per cui, come si dice: “vinceva facile”) ma non ha mai avuto neanche una sola volta un atteggiamento di proselitismo, tant’è vero che io, un ateo convinto allora, così mi ci sono avvicinato. e ho capito quanto fosse sincera nel suo credere in quel che faceva, per quanto fosse distante dal mio, e mi sembrava tutt’altro che indottrinata, nè nessuno fece pressioni nel periodo in cui si era allontanata dal suo gruppo di qui. per cui tutti gli altri “liberi” buddhisti, o seguaci del Buddha o come preferite essere appellati a questo riguardo (“illuminati”? non siate ridicoli), dovrebbero ringraziare se una della Soka Gakkai (nome che lei non usava mai) mi abbia avvicinato al Buddha, e li rispetti per questo (pur restando un agnostico che semplicemente pratica yoga). che visti i tempi mi sembra tutt’altro che poca cosa.
“non si ha ancora imparato ad abbandonare, a scegliere di fluire con la vita invece di opporsi a questo flusso” Eliana, se tu come Michele l’aveste fatto capireste che anche etero-ortodossie diverse dalla tua fanno parte dello stesso flusso del tutto e non ti accaniresti così tanto a contrastarlo, ma lo accoglieresti come un buon punto in un percorso diverso dal tuo.
che poca accettazione della diversità quando si tocca il nostro orticello più intimo! mi sembra che Gakkai o no i buddhisti siano come tutti gli altri, la “scuola” a cui appartengono conta ben poco, la differenza la fa che persona sei, che strada davvero hai fatto, non l’etichetta che porti sul vestito. e qui di gente con parecchia strada da fare prima di ritenersi, anche lontanamente, “liberi” ce n’è parecchia. che ha scambiato il Buddhismo per un’assicurazione sulla vita. ma che purtroppo è un destino inevitabile per ogni sapere quando si struttura (che poi lo faccia con un organizzazione è del tutto secondario) in un -ismo, dato vita una ideologia, una pensiero sistemico in grado di dare una seppur generica spiegazione a tutto, di cui le religioni sono state i più antichi precursori. perchè è esatto quando si dice che siano nate per dare una risposta alla paura dell’ignoto. ma normalmente si equivoca questo con i vari regni dell’aldilà per l’ignoto del dopo morte, mentre l’ignoto è ogni cosa con cui ci confrontiamo nella vita che ci pone una questione a cui non riusciamo a dare una risposta da soli.